2 giovani donne che sperano un futuro migliore e una casa che possa dare dignità e stabilità alla loro esistenza.
Ancha è sposa di Daniel e mamma di Dominique. Si scopre sieropositiva quando si trova incinta. Un giorno viene a battere alla nostra porta priva di forze in cerca di qualcuno che le possa dare una mano e la sostenga nella difficile scelta di portare avanti la gravidanza, essendosi scoperta sieropositiva.
Anima inquieta, fragile e indifesa, prende subito il cuore con la sua storia intessuta di grande sofferenza.
Dopo un recupero fisico non facile, essendo molto debilitata e non avendo ancora iniziato la cura di antivirali, le proponiamo di entrare a far parte del gruppetto ‘Mani Unite’, iniziativa a favore di donne sieropositive che attraverso lavori di artigianato tentano di auto sostenersi.
Ancha partecipa al gruppo con grande interesse, serietà, responsabilità e puntualità.
All’inizio era molto taciturna, riservata, timida, con il volto pieno di rughe che dicevano la sua angoscia profonda.
Ora è più tranquilla e rilassata e giorno dopo giorno ha recuperato il suo sorriso, la sua voglia di vivere e di pensare a un futuro migliore per lei e per la piccola Dominique, che dopo la dovuta prevenzione e le cure è ‘siero-negativa’.
Questo momento è stato atteso da Ancha con molta trepidazione perché ha sempre voluto per sua figlia il meglio, quello che la vita non ha riservato a lei.
Da tempo, Daniel (che stiamo aiutando a fare la patente per vedere se riesce a trovare un lavoro, cosa molto difficile senza uno studio o una preparazione professionale) e Ancha sognano una casa tutta per loro. Sono stanchi di vivere in condizioni veramente disumane, abitando in bunker, seminterrati, cantine o case disastrate, pagando cari affitti e facendo continuamente i salti mortali per arrivare a fine mese.
Un sogno che per le loro possibilità economiche sarà e resterà sempre irraggiungibile.
Maninha, è una giovane di 19 anni, dolcissima ragazza piena di sogni e di speranza e soprattutto desiderosa di poter continuare i suoi studi che per vari motivi economici e familiari hanno subito dei ritardi.
Maninha e il fratello José di 22 anni rimangono orfani nel 2005 quando la mamma muore di tubercolosi.
Con loro vivono i cugini Silvio di 14 anni e Joana di 18, accolti in casa dalla madre quando anch’essi sono rimasti orfani. A loro si è aggiunta la piccola Chiara di 4 anni, figlia di Joana.
Maninha lavora nel progetto Mani Unite non perché sieropositiva, ma per dare una mano a prendersi cura dei suoi fratelli e poter continuare i loro studi.
Maninha é una ragazza molto posata, direi cresciuta per la sua giovane età. E’ vivace, sempre disponibile e capace di prendersi cura con serietà e responsabilità di tutta la famigliola, di cui ne è lei la principale responsabile.
Dal 2007 tutta la truppa vive nel ‘LAR DOMINIQUE’, una casa famiglia che li accoglie. Mamma Casilda, la proprietaria del Lar Dominique, come loro stessi hanno voluto chiamare la casa, li ha presi con sé come gesto di riconoscenza nei nostri confronti, avendola aiutata a portare a termine la sua casa, dopo essere stata abbandonata dal marito e lasciata con 5 figlie.
Da tempo nel cuore di Maninha e i suoi fratelli, perché è così che si sentono, c'è un sogno: una casa che possano sentire loro e dove sentirsi famiglia. Anche per loro un sogno che senza il nostro aiuto mai potrà trovare realizzazione.
Due storie, volti di giovani donne, accomunate da un sogno: una casa che possa dare dignità al proprio vivere; che riunite sotto lo stesso tetto con i loro cari le faccia sentire a casa propria; che dia loro stabilità e non le faccia sentire sempre nomadi e mendicanti; che le faccia sentire famiglia per ridare senso e scopo alla vita e ai loro sogni che sembrano fuggire, come sabbia tra le mani.
E allora insieme, qui e lì , ‘diamo ali alla vita e ai sogni di Maninha e Ancha perché il loro sorriso non appassisca ma continui a splendere pur tra le avversità che la vita ha riservato in questa terra d’Africa.
Foto di Ancha
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